Cosa vedere a Brienza?
Brienza è un comune di circa 3.800 abitanti della provincia di Potenza, in Basilicata. Si trova ai confini con la Campania, nella fattispecie, con la provincia di Salerno. Infatti, tra i comuni confinanti troviamo Atena Lucana (SA), Marsico Nuovo, Polla (SA) e Sala Consilina (SA). Ma cosa vedere a Brienza?
In questo articolo forniremo una panoramica sui principali luoghi di interesse del comune potentino. Così da orientare nel miglior modo possibile quanti decidono di visitarlo.
Brienza, un po’ di storia
E’ opinione diffusa tra gli storici che Brienza abbia origini longobarde. A tradire queste ultimi sarebbe la radice burg (che in latino significa “luogo fortificato”), che troviamo nel suo toponimo latino Burgentia.
Un primo centro abitato pare essersi creato intorno al ‘600 dopo Cristo, mentre il borgo antico si sarebbe sviluppato a partire da 4 secoli dopo, quindi a partire dall’anno Mille, intorno al castello. Conurbazione architettonica ancora oggi apprezzabile, anzi, è tra i pochi paesi della Basilicata ad aver preservato tale struttura medioevale ancora oggi.
La peste di Brienza
Tra gli eventi più segnanti della storia di Brienza si ricorderà la terribile peste del 1651, che decimerà pesantemente la popolazione. Mentre nel secolo successivo, il 29 ottobre 1799, il filosofo, giurista e letterato Mario Pagano originario di Brienza fu condannato a morte e impiccato a Napoli, a 51 anni.
Il triste destino gli fu segnato giacché teneva delle arringhe molto appassionanti, contenenti anche citazioni filosofiche, tanto da meritarsi l’appellativo di “Platone di Napoli“. Gli fu dedicata una statua ad opera dello scultore Achille D’Orsi, nel 1890.
Leggi la storia completa di Brienza nel nostro articolo.
Cosa vedere a Brienza: il centro storico
Quando si decide di visitare una città, non si può non partire dal suo centro storico. Il quale ne racchiude tutta la storia, le vicende del passato e le prospettive future.
Il borgo di Brienza è un esempio lampante di modello ad avvolgimento centripeto, che ha come fulcro il Castello Caracciolo. Che, come tutti i suoi castelli, osserva abitanti e turisti dall’alto di un colle sui pendii, dal quale partono fasci concentrici di case, fuoriuscenti da una roccia scoscesa.
Al termine di via Mario Pagano, si inerpicano sul poggio due stradine: Santa Maria a sinistra e San Michele dei Greci a destra.
Al lato opposto, dalla quale si accede per la “Portella” che squarcia l’antica cinta muraria del castello, è possibile osservare i resti di muri degli altri rioni che un tempo completavano il borgo.
Recandosi verso il fiume, è possibile osservare l’ancora insistente perimetro dell’antichissima Chiesa di San Martino. A cui gli storici attribuiscono il primo di culto della “Burgentia Fidelis“. In zona è possibile anche apprezzare la torretta di guardia (che nel dialetto locale viene chiamata “Trucedda”), che domina a sua volta sulla confluenza di due torrenti: il Pergola e il Fiumicello.
Chiazzino, Via degli Archi e Piazza del Municipio
Visitando il centro storico di Brienza non si possono tralasciare tre luoghi fondamentali:
- Il Chiazzino: si trova dove un tempo c’era l’accesso principale del borgo. Senza dubbio, parliamo di un luogo imperdibile, visto che da qui è possibile ammirare il portale più bello di Brienza. Partendo da qui ci si inerpica per le fitte stradine della rocca che consentono l’accesso al castello.
- Via degli Archi: si caratterizza per il succedersi di archi poveri e stretti, in un luogo che può essere visto come le viscere del borgo. Alla fine del percorso si arriva su di una piazzetta scoscesa anche essa molto caratteristica.
- Piazza del Municipio: qui troviamo la succitata statua bronzea dedicata a Francesco Mario Pagano. Sullo sfondo si ergono il convento dei Frati Minori Osservanti, risalente al 1500, dove oggi ha sede il Municipio. Il 12 marzo 2011 è stata ribattezzata “Piazza dell’Unità d’Italia“.
Cosa vedere a Brienza: il castello
Castello Caracciolo è senza dubbio il simbolo di Brienza. Un edificio che rappresenta il legame del borgo con la famiglia Caracciolo, lungo circa 3 secoli.
Infatti, se inizialmente la fortezza fu designata da Federico II a Gentile de Petruro e, poi, da quest’ultimo passò prima agli Angioini e poi ai De Poncellis, dal 1400 i Caracciolo vi si insediarono in modo stabile. Con l’ultimo feudatario Litterio Caracciolo che ha lasciato nel paese importanti opere destinate a solcare i secoli. Su tutte, si ricorderà la rifondazione, avvenuta nel 1788, de il “Monte del S.S. Rosario di Brienza”, allo scopo di aiutare i poveri locali fornendo loro assistenza medica.
Sempre Litterio Caracciolo istituì la Scuola Normale destinata ai minori senza differenze di estrazione sociale.
L’attuale denominazione del Castello Caracciolo
Lo stretto legame della Rocca con i Caracciolo gli ha conferito l’attuale denominazione – Castello Caracciolo appunto – sebbene le sue origini siano probabilmente angioine. E a testimonianza di ciò è ancora oggi possibile ammirare il mastio cilindrico, posizionato sulla massiccia mole e nella semitorre circolare, situata al centro della cinta muraria.
Il castello, come tutti quelli realizzati durante il Medioevo, aveva anche il compito di proteggere con le sue cinte murarie, le case addossate le une alle altre. Una tecnica architettonica tipica dei longobardi.
La scalinata in pietra
Molto caratteristica poi la scalinata in pietra, che conduce ad un terrazzo a terrapieno antistante l’ingresso principale.
Secondo una leggenda, il Castello Caracciolo avrebbe , come da tradizione per i castelli dell’epoca, aveva ben 365 stanze. Praticamente una per ciascun giorno dell’anno. Ci sarebbe poi una stanza segreta, che custodirebbe il tesoro di una Dama di nome Bianca, che abitò il castello di Brienza nel corso del 1300.
I Caracciolo ne restarono proprietari fino al 1857, quando Maria Giulia, ultima ereditiera, lo lasciò al nipote Luigi Barracco. Questo passaggio di proprietà segna anche la decadenza del castello, per la di certo non irreprensibile gestione successiva.
Ultimo scempio fu perpetrato a fine ‘800 da Francesco Mastroberti, che vendette tutto quanto poteva al fine di mantenere i suoi tanti figli, ben 18.
Il terremoto del 1980
Ad inizio ‘900 il castello fu dichiarato di interesse storico, mentre subì con il terremoto del 1980, il crollo della parete est e della parete sud. Il successivo restauro ha riportato alla luce le originarie pavimentazioni di numerosi ambienti, nonché il ritrovamento di varie statue.
Oggi il castello di Brienza ospita manifestazioni estive e rievocazioni storiche. Ecco alcune info utili sul Castello di Brienza:
- Indirizzo: Vico del Carmine, 1, 85050 Brienza, provincia di Potenza, in Basilicata
- Numeri di telefono Pro loco 348 93 74 863 e 351 80 89 359
- Per le visite guidate al Castello Caracciolo bisogna prenotare con un adeguato anticipo (almeno 24 ore prima).
Le principali chiese da vedere a Brienza
Proseguiamo nel vedere cosa vedere a Brienza, dedicandoci ora alle principali architetture religiose.
Vale la pena di iniziare con la Chiesa dell’Annunziata, che si caratterizza per un’unica navata dalla volta affrescata, raffigurante Gesù Cristo e i quattro Evangelisti. L’opera è di Cafaro Pignoloso di Cava dei Tirreni, che la realizzò nel 1571. Di pregevole fattura anche due altari in marmo laterali, mentre l’altare maggiore è un dipinto su tavola, che raffigura la Deposizione, mentre sui dieci altari laterali troviamo le statue dei santi.
Nella Chiesa dell’Annunziata ci troviamo pure un pulpito ligneo del 1735 realizzato da Antonio la Sala di Potenza, con confessionale sottostante. Mentre un coro a 29 stalli è posizionato nella parte posteriore dell’altare maggiore.
La Chiesa Madre dell’Assunta risale invece alla fine dell’XI secolo. Si trova nei pressi del castello. L’interno è diviso in 3 navate, con un altare maggiore bicromo con decori in oro. Nella navata sinistra è posto un secondo altare, risalente al 1729, che si caratterizza per un paliotto a motivi floreali.
Di qualche anno dopo è il coro ligneo a 38 stalli, mentre la cantoria conta un organo di pregevole fattura. Sull’acquasantiera in pietra lastricata è scolpito lo stemma della famiglia Caracciolo. Che fu molto importante per la storia e lo sviluppo di Brienza.
La cappella dei Greci
La cappella di S. Michele Arcangelo viene chiamata “dei Greci” dato che era adibita al rito ortodosso. E’ costituita da un’unica navata in pietra rettangolare, con un unico altare e diversi affreschi di pregevole fattura.
Il Santuario del SS. Crocifisso del Sacro Monte di Brienza ha invece dimensioni ridotte ed è costituito da un’unica navata che conserva contenente affreschi fatti risalire al 1700.
Gli amanti della natura potrebbero trovarlo particolarmente interessante da visitare, giacché si trova su un’altura che domina l’intero corso del Melandro, circondato da boschi. Questo scenario diventa molto suggestivo quando si tengono le celebrazioni del SS. Crocifisso.
Riguardo le sue origini, se per anni si è ritenuto che fosse stata realizzata nel XIII secolo, studi più recenti ritengono che sia molto più recente, forse il 1600.
Cosa vedere a Brienza di naturalistico
Per gli amanti della natura, Brienza non manca di offrire alcuni luoghi molto interessanti. Del resto, parliamo di un borgo che ricade su un territorio con oltre l’80% ricoperto da boschi, con una sorprendente varietà di specie biologiche e zoologiche. Per gli amanti dei paesaggi, va segnalata la località Lago, che vanta un Faggeto a 1400 metri di altitudine.
Gli amanti della natura non potranno poi perdersi quello che in dialetto burgentino viene chiamato Tnedd, derivante dalla locuzione tnedde, vale a dire i tini dove si conservavano acqua o vino. Viene chiamata così per il letto pietrificato del fiume, il quale, presentando dei grandi buchi che raccolgono acqua, vanno a formare piccole isolette di pietra utilizzate per conservare bottiglie di acqua o vino.
Il periodo migliore per visitare a’ Tnedd è quello estivo, complice la secca del torrente Pergola. Mentre è sconsigliabile andarci in autunno o inverno, causa le piogge più frequenti e delle ripetute piene. Sebbene i recenti cambiamenti climatici, che stanno portando ad una maggiore siccità, stiano gradualmente sovvertendo questa situazione.
… in attesa della villa rustica romana
Negli anni ‘80 fu riportata alla luce una villa rustica romana, legata al periodo repubblicano del primo secolo a.c. La zona è la località Sant’ Elena presso Braide. Ad essere riesumati sono stati 3 ambienti attigui pavimentati, costituiti da tipiche tessere bianche e nere di piccolo formato, con motivi e rombi e a meandri.
Tra l’altro, l’ambiente più esteso lascia intendere che vi fosse anche un sistema di riscaldamento con caldaia, probabilmente utilizzato per cucinare. Ed ancora, in un altro ambiente è stata ipotizzata la presenza di una riserva idrica, costituita dai resti di una cisterna rivestita di intonaco impermeabilizzante di forma circolare. Infine, il terzo ambiente era molto probabilmente un deposito.
Altri scavi hanno poi riportato alla luce altri tre ambienti nella parte inferiore, con una pavimentazione in battuto in malta e terra compatta o cacciopesto.
Gli scavi sono al momento della scrittura non visitabili, poiché si è decisi di ricoprirli onde evitare un loro deterioramento. Ma confidiamo che lo diventino quanto prima, per aggiungere un ulteriore luogo d’interesse al già ricco patrimonio brienzano.
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