La storia di Castelluccio Inferiore: dai Romani ai giorni nostri

Francesco Centorrino

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Prima di leggere questo articolo ti proponiamo alcuni articoli interessanti scelti da noi relativi alla BASILICATA e alla LUCANIA.

Dopo aver visto quali sono le tradizioni più famose e sentite, non ci resta che fare un tuffo nella storia di Castelluccio Inferiore. Il borgo medievale ha un ricco passato, tra figure di spicco e legami con l’antico impero dei Romani.

Siete pronti a scoprirne i segreti?

Partendo dalla storia più antica, vedremo insieme come si è sviluppato e cambiato durante i secoli, fino ad arrivare agli eventi più recenti che hanno segnato un’intera comunità.

La storia antica di Castelluccio Inferiore

Mappa con ubicazione di Nerulum
Mappa con ubicazione di Nerulum

Per capire come si è sviluppato questo borgo, dobbiamo partire da origine antichissime.

Già ai tempi dei romani, infatti, il territorio della Basilicata attirò l’attenzione dell’uomo che ha saputo vedere il potenziale e i benefici derivati dalla sua morfologia. Ricchezza di materie prime, dolci colline alternate alle montagne dell’appennino e una natura verdeggiante, sono questi i punti di forza naturali di questa regione.

Tutte queste caratteristiche hanno spinto l’essere umano a creare diversi insediamenti in questa zona del Sud Italia, e di alcuni ci sono arrivate tracce ben conservate.

È questo il caso di Nerulum, anche detta la Tebe Lucana, un “castrum” che risale appunto ai tempi degli antichi romani fondato dal popolo italico degli Osci.

Le testimonianze di Tito Livio fanno esplicitamente riferimento a un insediamento nella Valle del Mercure, e gli scavi archeologici ritrovati a pochi chilometri dal borgo hanno aiutato storici e archeologi a identificare questo borgo come il successore di questo antico insediamento.

I sepolcri e i resti di alcune ville rurali romane sono ben conservate, e hanno permesso agli studiosi di ricostruire una parte della storia dei nostri antenati. Gli scavi di Castelluccio Inferiore sono anche un’ottima meta turistica per chi visita il borgo.

Dal Medioevo al Risorgimento

La vera storia del borgo inizia nell’epoca del Medioevo, quando diversi feudatari e famiglie nobiliari iniziarono ad insediarsi e a detenere il controllo dei territori nei quali sorge questo paese.

Origini del nome

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Panorama da Castelluccio Inferiore

Una volta che l’antico castrum fu distrutto, il borgo ritrovò una nuova vita grazie all’ammiraglio Ruggero di Lauria.

Questa figura ha il merito di aver ricostruito sui resti dell’insediamento romano un nuovo comune. Questo chiamato inizialmente Castelluccio, comprendeva sia Castelluccio Superiore che Castelluccio Inferiore.

L’origine del nome, però, va ricercata in un’altra figura.

Nel Medioevo, infatti, la famiglia dei Sanseverino divenne proprietaria del feudo sul quale sorgeva questo borgo. Il comando venne affidato a un capitano lucano di nome Lucio. Grazie a lui si originò il nome Castel di Lucio, che in seguito divenne Castelluccio.

La storia di Castelluccio Inferiore dopo il Medioevo

Il comune di Castelluccio Inferiore ha visto alternarsi diverse famiglie nobiliari durante i secoli.

Dopo i Sanseverino che hanno mantenuto il controllo del feudo fino alla fine del 1500, più precisamente nel 1570, la famiglia dei Pescara di Diano divenne la stirpe nobiliare. Ressero il paese fino a quando, nel 1806, non crollò il sistema del feudalesimo.

Le testimonianze del passaggio e dell’influenza dei Pescara si possono ancora vedere nel Palazzo Marchesale. I Sanseverino costruirono questo edificio come base di appoggio per i loro brevi periodi di passaggio nel borgo. I loro successori, invece, lo ampliarono e lo rimodernarono.

Per molto tempo questo palazzo fu il simbolo del potere nobiliare a Castelluccio Inferiore in Basilicata, che a causa di varie diatribe e litigi tra gli eredi e i vari rami della famiglia ha perso molto del suo splendore e della sua importanza.

Nel 2006 però, anche per riparare i danni causati dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, l’amministrazione si è impegnata per ripristinare la bellezza di questo edificio storico, in modo da rivivere e offrire a cittadini e visitatori un punto di riferimento, espressione della grande storia di questo borgo.

E se siete curiosi di sapere qualcosa in più sui luoghi di interesse, potete leggere l’articolo Castelluccio Inferiore: cosa vedere.

La separazione da Castelluccio Superiore

Per finire questo viaggio nella storia di Castelluccio Inferiore, bisogna fare riferimento anche alle sorti di Castelluccio Superiore.

Quando il Capitano Lucio ottenne il controllo di questo territorio, il borgo aveva il nome di Castelluccio, e comprendeva le due cittadine lucane.

Le vicende dei due borghi si sono sviluppate insieme per molto tempo, fino alla fine del feudalesimo.

Nel 1806, con l’arrivo di Napoleone, l’Italia abbandonò questo sistema politico, economico e organizzativo. Già a partire da questo momento, Castelluccio Inferiore iniziò ad ottenere più libertà e indipendenza dal resto del comune. Una libertà che ottenne anche a livello amministrativo nel 1813.

Da questo momento, con la nuova indipendenza politica ed amministrativa ottenuta, il borgo ha potuto sviluppare e investire in progetti indipendenti, per riscoprire le proprie tradizioni, la propria cultura e soprattutto la propria storia.

È anche grazie a questa indipendenza che a Castelluccio Inferiore gli eventi  e le tradizioni sono così ricche e ben radicate. Una tra tutte quella dedicata a San Giovanni, pittoresca e molto amata dai cittadini di tutte le età.

La storia di Castelluccio Inferiore: economia e società

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Centrale del Mercure

La storia economica di una città si intreccia fortemente con la sua storia culturale e classica.

Vale anche per questo borgo lucano, che ha cambiato molto il suo assetto economico durante gli anni.

L’agricoltura ha da sempre occupato il ruolo di protagonista all’interno della società di Castelluccio Inferiore, e proprio per questo motivo l’antica filanda per la lavorazione del cotone è sicuramente uno dei luoghi di interesse per chi è interessato a visitare e scoprire tutta la storia del borgo.

Questo impianto è importante perché è stato il primo sistema di opifici che ricavavano la propria energia dall’acqua della Sorgente di S. Giovanni. Un ottimo esempio di filiera sostenibile da cui dovremmo prendere spunto, e che dava lavoro a un’intera comunità.

In seguito, grazie alla scoperta di alcuni giacimenti di lignite, il territorio della Valle del Mercure si dotò di una centrale energetica, con lo scopo di offrire lavoro e stabilità economica alla popolazione nei pressi del Parco del Pollino.

La centrale, però, non ebbe molto fortuna. Le risorse di lignite che sorgevano nei pressi della costruzione si esaurirono in fretta, e il terremoto del Vulture recò gravi danni all’impianto.

Nel 1997 avvenne la chiusura, fino a che nel 2000 iniziò l’opera di riconversione, da impianto a lignite a un impianto a biomasse vegetali. Nonostante i lavori terminarono nel 2005, è solo da qualche anno che la centrale ha potuto iniziare a lavorare a pieno regime a causa di autorizzazioni, controversie ambientali e amministrative.

Vulture: un terremoto storico

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Muro crepato a seguito del terremoto

La storia recente di Castelluccio Inferiore è segnata anche da un evento naturale disastroso.

Il 9 settembre 1998, alle 13.28, un terremoto di 5.6 si è originato proprio nel territorio tra Castelluccio Inferiore e Castelluccio Superiore.

Molte abitazioni private hanno subito lesioni e sono state dichiarate inagibili, e anche la Chiesa Madre registrò pesanti danni. La volta centrale crollò, e solo dopo 15 anni di ristrutturazione è stato possibile riaprirla al culto.

A Castelluccio il terremoto ha segnato profondamente tutto il tessuto storico e sociale della comunità, perché ha colpito luoghi di culto e di lavoro, dei luoghi di aggregazione che improvvisamente non erano più accessibili.

Forse per questo motivo l’amministrazione ha deciso di riprendere tante tradizioni che si sono interrotte, per donare di nuovo alla cittadinanza i propri ritmi e le proprie abitudini. Un obiettivo raggiunto, secondo noi, che richiama anche molti turisti, curiosi di scoprire la vera Basilicata.

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