I piccoli paesini come Brindisi Montagna sono sempre quelli che offrono un vero sguardo sulla storia e sulla vita di una regione.
Il borgo racchiude il passato di questo territorio, incastonato tra i colli nel verde della Lucania.
Scopriamo come si è evoluto questo paese, che diventerà una meta obbligata nella tua prossima visita in Basilicata.
Il territorio
Brindisi Montagna (o Brindisi di Montagna) sorge a pochi chilometri di distanza da Potenza, ma a ben 800 metri sul livello del mare. Gode di una posizione centrale, che la rende vicina sia al capoluogo di regione, sia alla città simbolo della Basilicata, Matera.
Una posizione privilegiata, che rende questo borgo la meta perfetta per una gita fuori porta in giornata, o come paese da visitare per allontanarsi dai siti più turistici.
La vicinanza di Brindisi di Montagna a Potenza e Matera non è l’unico pregio.
L’altopiano sul quale si trova, infatti, permette una vista privilegiata della Val Basento, ed è circondato dalla meravigliosa Foresta del Parco della Grancia.
Il contrasto delle costruzioni in pietre e mattoni di Brindisi Montagna e il Parco della Grancia, così verde e lussureggiante, è sicuramente uno dei punti di forza del piccolo Comune.
Visitare questo paese significa anche poter ammirare la diversità che caratterizza il territorio della Basilicata. Da picchi altissimi e ricoperti di foreste, fino ad arrivare ai calanchi alternati alla macchia mediterranea.
Il borgo non è particolarmente popolato, il sito del comune di Brindisi Montagna registra infatti meno di mille abitanti. Questo, però, non ha impedito alla storia e alla cultura di prendersi i propri spazi sul picco avvolto dal verde.
La storia antica e gli abitanti
Gli abitanti del paese sono chiamati Brindisini, e i ritrovamenti dei primi insediamenti risalgono al III secolo a.C.
Il Museo Provinciale di Potenza ha raccolto ed espone tutt’ora questi reperti, simbolo che già nell’antichità gli uomini erano stati in grado di vedere la meraviglia di questo luogo.
I reperti archeologici successivi datano invece al X secolo d.C., all’epoca dei Bizantini. Un segnale del continuo passaggio e stabilimento di uomini sull’altopiano del comune Brindisi Montagna.
La posizione vantaggiosa e la natura incontaminata hanno da sempre attirato l’uomo.
Gli insediamenti, infatti, non si sono fermati. Durante l’Alto Medioevo il borgo è stato meta di una comunità di monaci basiliani. I religiosi hanno scelto la Badia di Santa Maria dell’Acqua Calda. La Santa e il complesso erano stati così nominati probabilmente per la presenza di una sorgente di acqua termale.
Successivamente, nel 1268, Carlo d’Angiò affidò il feudo di Brindisi Montagna ed Anzi a Guidone da Foresta, nominato primus dominus Brundsii de Montanea et Ansiae. Il nome, quindi, era già stato scelto nel XIII secolo, ed è sempre rimasto tale.
La posizione rendeva il piccolo paese particolarmente strategico per Federico II di Svevia.
Il sovrano del Regno di Napoli fece erigere il castello, che svetta sul centro abitato, a protezione del suo territorio. Il Castello Fittipaldi, infatti, faceva parte di una rete più ampia di costruzioni fortificate, tutte con il medesimo scopo.
Sicuramente, nella vostra prossima visita a Brindisi Montagna, il castello non può mancare.
Parlando di storia, è bene menzionare anche lo stemma del borgo. Due rami di ulivo circondano il blasone che raffigura due covoni di grano, sormontati da una croce e da una corona all’esterno.
I prodotti più importanti di questo territorio, l’olio ed il grano, sono stati scelti come emblema del comune. Una vera dimostrazione dell’importanza, per il paese e per la Basilicata, delle proprie materie prime.
Brindisi Montagna: urbanismo bizantino
Il passaggio della popolazione bizantina in questo borgo è particolarmente evidente anche dall’urbanistica stessa del comune di Brindisi di Montagna.
Prima che fosse costruito il castello, infatti, l’insediamento contava già con una via principale che collegava le due estremità dell’insediamento, a cui poi si collegavano tutte le viuzze tra cui, ancora oggi, si può camminare per ammirare il paesaggio naturale che la circonda.
L’impostazione del paese non fu modificata da Federico II, che semplicemente fece costruire il castello sulla cima del promontorio, per proteggere non solo il suo territorio, ma anche il borgo.
Nonostante siano passati ormai secoli, l’esperienza e le conoscenze in ambito edilizio erano già consolidate in quell’epoca, e si può perfettamente notare passeggiando tra le strade di questo piccolo paese.
La pavimentazione, alcuni parapetti ed abitazioni hanno mantenuto quel tipico aspetto delle antiche costruzioni, che permettono ai visitatori di ammirare le colline e il verde brillante che circonda il borgo, quasi trasportandoli in un’atmosfera antica.
Brindisi Montagna: cosa vedere
Nonostante sia un piccolo paese, a Brindisi Montagna c’è la possibilità di visitare paesaggi naturali ed ammirare l’opera dell’uomo.
I principali luoghi d’attrazione sono:
- il Parco della Grancia
- il Castello Fittipaldi
- la Chiesa dedicata a San Nicola di Bari
La posizione strategica e privilegiata ha attirato l’uomo, che ha lasciato tracce del suo passaggio.
Per essere un così piccolo borgo, gli esempi di architettura religiosa sono diversi, visto che oltre alla chiesa dedicata al santo pugliese ce ne sono altre due, fuori dal centro storico, la chiesa di San Vincenzo Ferrari e quella di Santa Maria delle Grazie.
Un altro esempio di questo tipo di architettura è, certamente, la Badia dei monaci basiliani, convertita poi nella grancia di Brindisi di Montagna.
Il vero gioiello indiscusso a livello di edificazione umana rimane il Castello Fittipaldi, esempio dell’architettura Medievale dei tempi di Federico II di Svevia.
Se invece siete dei tipi avventurosi, e quello che più vi piace della regione è il suo carattere incontaminato e naturale, certamente non può mancare una visita al Parco della Grancia.
La foresta che si estende in questa riserva naturale è lussureggiante e unica, ed offre l’occasione di passeggiare in un angolo di serenità che vi catapulterà direttamente nella storia più rinomata di questa zona d’Italia.
Brindisi Montagna: cosa mangiare
L’olio, il grano e, grazie all’ampliamento dei pascoli della grancia, la carne sono gli ingredienti principali delle ricette tipiche di questo piccolo comune lucano.
Le preparazioni più tipiche sono a base di agnello, come ad esempio:
- agnello saporito, a base di agnello e patate insaporiti da olio e salamoia
- costolette di agnello
Ma ci sono anche, nella cucina di Brindisi Montagna, ricette veloci e più povere, come:
- le manate con la mollica, un tipo di pasta fresca accompagnate da mollica saltata in padella
- maccheroni con salsa di peperoni
Questi piatti tipici sono esempi perfetti della tradizione gastronomica della regione, fatta di sapori semplici ma che sanno sempre deliziare il palato di chi li assaggia.
Nonostante il borgo sia piccolo e non particolarmente abitato, a Brindisi di Montagna ristoranti ed osterie non mancano, e in questi luoghi l’elenco dei piatti tipici da assaporare è sicuramente più ricco e invitante.
Vale la pena visitarli e provare l’autentica cucina lucana.
Storia Bandita, tra realtà e leggenda
A Brindisi di Montagna lo spettacolo sul brigantaggio è una rievocazione teatrale che viaggia tra la storia scritta e i racconti popolari.
Ogni anno si rievoca il periodo del brigantaggio, che ha tanto segnato il sud Italia e la Basilicata in particolare, narrando la storia del brigante più famoso, Carmine Crocco.
Una figura controversa, a metà tra un fuorilegge ed un eroe dei più deboli, ha segnato la storia di questo piccolo paese, tanto che esistono anche leggende sul suo conto.
La più famosa è quella che dice che il 2 novembre del 1861 una fitta nebbia cadde sul comune lucano, così fitta che Cracco ed i suoi seguaci non riuscirono ad individuarlo e si salvò dai loro saccheggi.
Poter partecipare e rievocare questi momenti è un vero orgoglio per gli abitanti di Brindisi Montagna, che possono far conoscere un periodo molto importante della loro storia, fondamentale per la definizione della loro identità e dei loro valori.
Brindisi Montagna, influenze arbëresh
Nonostante ormai non si trovino più tante tracce, la comunità albanese che fin dal Medioevo aveva iniziato ad installarsi in Basilicata, e soprattutto a Brindisi Montagna, era riuscita ad inserirsi e a portare alcune influenze nella cucina, nel parlato e nelle tradizioni.
Con il passare dei secoli, con l’unificazione d’Italia, e con un’integrazione sempre maggiore di questa comunità con gli altri abitanti della Lucania, queste influenze sono andate via via assottigliandosi, fino a scomparire.
Il dialetto ormai non presenta più assonanze o somiglianze con la lingua arbëresh, le ricette si sono sempre più consolidate ed avvicinate ai piatti tipici di questa regione, le tradizioni, attraverso matrimoni misti, sono andate diminuendo fino a scomparire.
Anche se triste, perché si è perso col tempo la ricchezza di una comunità che si è instaurata nel nostro territorio nazionale, è però un bellissimo esempio di integrazione e di convivenza tra culture diverse, segno della grande apertura e generosità del popolo della Basilicata.
Non tutto però è andato perduto.
Alcune strade del borgo conservano la storia di questa unione tra culture, e ricordano degli avvenimenti importanti per i due popoli. Addirittura, ci sono testimonianze di donne che conservavano gelosamente gli antichi vestiti tradizionali arbëresh.
Un borgo che, nonostante le sue dimensioni ridotte, è una vera e propria perla di storia e cultura, tutta da scoprire.